Fiera di San Martino
La fiera di San Martino si svolge a Mendrisio, nei prati che circondano la chiesa dei SS. Martino e Rocco. Un vecchio proverbio recita “Per San Martino ogni mosto è vino “, il santo, infatti, viene ricordato proprio l’11 novembre, momento in cui la maggior parte dei lavori agricoli finisce e giunge al termine anche il processo di vinificazione. Un tempo, nella Svizzera italiana, questo periodo era importantissimo per la scadenza dei contratti agrari, il pagamento degli affitti e la partecipazione alle fiere. La manifestazione si caratterizza per l’esposizione di capi di bestiame, veicoli e macchinari agricoli, a testimoniare il legame con l’antica civiltà contadina di cui. Negli anni, con la regressione delle attività del mondo agricolo, il carattere rurale della fiera si è affievolito lasciando sempre più spazio a intrattenimento e bancarelle che propongono prodotti artigianali locali, molti gastronomici, come salumi, formaggi, pesciolini, caldarroste, miele e vari tipi di dolci (alcuni storici come gli stracaganass e i basitt da ménta). Sono tante anche le proposte di ristoro con specialità e vini locali.
Sagra del Borgo
La Sagra del Borgo, precedentemente chiamata Sagra dell’uva del Mendrisiotto, è una festa popolare tradizionale nata per celebrare la vendemmia. Le sue origini risalgono al 1944 come festa prettamente rurale, nella quale gli agricoltori e viticoltori della regione esponevano i loro prodotti. Nel 1957 si svolse per la prima volta la "Sagra dell'uva del Mendrisiotto" organizzata dalle 3 F (Filarmonica - Federale ginnastica - Football Club) in unione con la FOFT, la Federviti, la Cantina Sociale, gli Amici del buon vino. Nel corso del tempo, questa manifestazione è diventata una festa che attira pubblico da tutta la regione. Con le sue corti, i ristori, le animazioni, il mercatino, la musica e un programma ricco e variato riesce ad accontentare sia gli adulti sia i più giovani in un ambiente unico all’interno del nucleo di Mendrisio.
Carnevale Il Dormiglione
Il carnevale è una tradizione radicata in Canton Ticino. Dal “Rabadan” di Bellinzona al carnevale “Nebiopoli” di Chiasso, la geografia dei carnevali ticinesi è assai composita: nel complesso si contano più di centrotrenta carnevali locali, che si affiancano alle manifestazioni organizzate nei centri maggiori. A Mendrisio, il Carnevale “Il Dormiglione” offre molteplici occasioni di svago per grandi e piccini. I festeggiamenti carnevaleschi prendono ufficialmente avvio la sera del giovedì con l’incoronazione dei reali dormiglioni e la consegna delle chiavi da parte dell’autorità comunale. La manifestazione prosegue il giovedì con il corteo mascherato dei bambini, senza dimenticare apertivi, musica e spettacoli vari che danno vita alla festa durante tutto il fine settimana. Il martedì successivo, presso l’Oratorio Santa Maria, i festeggiamenti si concludono con il tradizionale “Risotto Urano”.
Larpa iudre
La lingua è alla base della comunicazione tra le persone ed è un tassello fondamentale nella costruzione della cultura e dell’identità di un territorio. In Svizzera ci sono quattro lingue nazionali e in Ticino il dialetto è ampiamente diffuso. A Mendrisio, è celebre Larpa iudre, ossia parlare all’incontrario, un idioma basato sul dialetto locale della Città, che inverte sillabe e lettere. Un gioco con le parole nato all’inizio del secolo scorso, sembrerebbe, in ambiente rurale durante le contrattazioni di bestiame. Si narra, infatti, che servisse ai venditori della fiera di San Martino per non farsi capire dai clienti, permettendogli così di imbrogliare sui prezzi. Seppure i natali di questo linguaggio non siano realmente chiari, è invece cosa certo che la sua diffusione a Mendrisio risale attorno al periodo della Prima Guerra Mondiale. Il larpa iudre si è poi diffuso in altri ambiti, nel gioco delle carte, tra amici al bar, o nelle squadre di calcio locali. Una forma gergale che sopravvive ancora oggi, ma che ha all’attivo un numero esiguo di parlanti. Ecco allora che durante una partita a carte si sente dire “ul gagiü dal tòsse lòbe” anziché “gioca il settebello”.